La drastica situazione che tutto il mondo sta vivendo in queste settimane apre tanti argomenti di discussione su svariate tematiche del mondo moderno. Internet è in primo piano.

Se fino a poco tempo fa ci ponevamo problemi etici su IoT e sul suo utilizzo, adesso altri problemi si presentano più imminenti e concreti, da risolvere in tempi tanto ristretti che non danno spazio alla nostra comoda capacità di reazione. Se il Lockdown disposto dal Governo italiano è l’unica speranza per contenere un’accelerazione dirompente della diffusione del COVID-19, i concetti di Resilienza e Open sono le chiavi per sopravvivere e rinforzarsi.

Quando le persone hanno accesso ad Internet, accadono cose straordinarie: possono condividere idee, costruire comunità, connettersi ad opportunità di istruzione, migliorare i risultati sanitari e altro ancora. Internet è diventata la forza che consente un cambiamento sociale ed economico positivo. Disporre di una Rete che sia globale, sicura e affidabile non è più un’opzione.

Il COVID-19 sta dimostrando l’importanza della vita e del vivere “Onlife”.

Siamo, infatti, sempre connessi e ci rendiamo conto che il mondo che viviamo è “Infosfera”, una biosfera fatta di soli dati. Ma gli incidenti di routing possono influenzare seriamente il flusso del traffico Internet, rischiando di causare interruzioni e collassi dell’intera rete, senza parlare delle delicate problematiche connesse ai temi della sicurezza e della privacy.

Nonostante l’impennata del traffico sulle reti fisse e mobili (si registrano picchi di volume sulle linee fisse del 90% e sul mobile del 30% da quando l’Italia è in swtich-off), le reti di telecomunicazioni continuano a resistere e sembra che ci sia anche spazio per un ulteriore aumento di traffico. Nel frattempo, però, quasi la metà della popolazione mondiale non ha accesso ad Internet, dimostrando pienamente e concretamente il difetto di Democrazia Digitale che attanaglia questi tempi moderni. Non che in Italia, nello specifico, la situazione sia migliore.

Ecco che rileva il problema di chi può accedere ad internet e viverlo in modo cosciente e di chi non può accedervi in quanto non ne ha gli strumenti o, pur avendoli, risultano obsoleti e insufficienti per far fronte alle attuali pretese di sistema. La parte più importante della costruzione di una rete è proprio il fattore umano!

Nonostante i fornitori di servizi stiano alzando i limiti del traffico dati senza nessun costo aggiuntivo per consentire sia lo smartworking delle P.A. e delle aziende private sia la didattica in modalità remoto disposta dal MIUR, sono parecchie le famiglie italiane che difettano della tecnologia utile e della competenza necessaria per un accesso ottimale a discapito della formazione stessa dei nativi digitali.

La crisi causata dalla pandemia del COVID-19 sta rendendo ancor più evidente quanto a molti era già ben chiaro: il digitale può rendere una società più resiliente – non solo più competitiva ed efficiente oltre che meno fragile – tale da essere capace di reagire di fronte alle difficoltà, di resistere agli urti senza frantumarsi, e di tornare il più velocemente possibile all’equilibrio, dimostrando il carattere tipico dell’essere umano: l’elasticità.

Si legge proprio nella nota emanata dal MIUR che

La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista

Per muoversi come un solo uomo, per agire in maniera coordinata ed efficace, serve fare gioco di squadra, monito questo ben inteso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri al cui appello, per la realizzazione di una Repubblica Digitale, Generazione Ypsilon ha già aderito.

Non è più accettabile nel 2020 un tale livello di digital divide. L’obiettivo è l’inclusività: ridurre le disuguaglianze nella dotazione di tecnologie e servizi digitali è prioritario per raggiungere l’obiettivo della resilienza.

E si deve fare ciò anche se l’onda d’urto del COVID-19 si pone imponente come uno Tsunami, palesando la fisiologica conseguenza per cui, ancora, l’intera Europa, non vanta le condizioni per un totale Lockdown tale da garantire anche ai sistemi produttivi nazionali di rimanere attivi, pur in condizione di smartworking – nonostante questa modalità di lavoro da remoto sia entrata da tempo in diverse organizzazioni italiane, ma mai in modalità così estesa e prolungata. In questo senso l’emergenza COVID-19 può rappresentare un acceleratore per un cambiamento nel modo di concepire e gestire le nostre vite in chiave resiliente – cosa che richiede anche un maggiore impegno ed un maggior senso di accountability da parte di tutti. È questo il momento di agire.

Così Generazione Ypsilon si fa ancora avanti con altre iniziative tra le quali spicca l’adesione al progetto SOS Digitale – Lanciamo una campagna di solidarietà per superare le barriere digitali durante la crisi del COVID-19, una campagna promossa dalla ISOC – Internet Society, Chapter Italy – che prevede la donazione di dispositivi digitali alle famiglie in condizioni di povertà e difficoltà economiche proprio al fine di evitare l’aggravarsi di nuove forme di digital divide.

Molti altri i progetti aperti nel cantiere GY. Dal basso, con umiltà, fare Rete, questo da sempre il nostro credo. Insieme, possiamo ognuno dare il nostro apporto e fare gioco di squadra per sviluppare una rete che si dimostri resiliente ma anche eticamente cosciente ed orientata al benessere di tutta la collettività, in modo tale da essere pronti affrontare i problemi di domani grazie ad una struttura ben rafforzata.

Valentina Grazia Sapuppo